L’influenza dell’esercizio fisico sul processo di invecchiamento

L’invecchiamento è una parte inevitabile della vita umana, che porta a fisiologiche trasformazioni, fatica, debolezza e atrofia muscolare, associate alla diminuita capacità di resistenza. Tuttavia, ci sono fattori che possono influenzare tale processo; uno di questi è l’attività fisica. Esercizi fisici strutturati e organizzati, svolti regolarmente, possono ritardare i cambiamenti legati all’età nel corpo e sono importanti e necessari per mantenere una buona salute e un’elevata capacità lavorativa per un tempo più lungo.

 

Da un punto di vista fisiologico, il processo di invecchiamento non avviene necessariamente in contemporanea all’avanzare dell’età cronologica; l’invecchiamento può essere influenzato da molteplici fattori combinati, che includono l’invecchiamento biologico, l’insorgenza di malattie e alcuni modelli di stile di vita. L’età biologica (quella dimostrata dalla condizione di salute generale del nostro organismo) può arrivare addirittura a quasi 9 anni indietro rispetto a quella biologica (l’età che si ha realmente). Il tasso di invecchiamento, quindi, è sostanzialmente rallentato nel 10,5% in chi pratica attività fisica strutturata.

 

La maggior parte degli esseri umani sperimenta il picco delle prestazioni fisiche nella tarda adolescenza e inizia un lento declino già a partire dal ventesimo anno di vita, il cui corso è fortemente influenzato dai livelli di attività intrapresa dagli individui negli anni successivi. Molti studi forniscono la prova che nei paesi sviluppati come gli Stati Uniti, uno stile di vita sedentario contribuisce in modo significativo allo sviluppo dei principali fattori di rischio per le malattie legate all’età, tra cui l’obesità, il diabete di tipo 2 e l’ipertensione.

 

Numerosi studi documentano i benefici dell’attività fisica, in particolare di programmi strutturati di esercizi, non solo per ridurre il rischio di malattia e migliorare le prestazioni fisiche, ma anche per migliorare sostanzialmente la qualità della vita quotidiana. L’allenamento aerobico e di resistenza hanno benefici complementari e possono essere intrapresi a quasi tutte le età e condizioni fisiche, previa autorizzazione e supervisione medica appropriate.

 

Gli studi effettuati sul corpo negli ultimi tre decenni dimostrano che lo stress ossidativo può essere coinvolto nell’insorgenza di diverse malattie. Sono stati segnalati livelli elevati di pro-ossidanti e vari marcatori dello stress ossidativo, che hanno causato danni cellulari e tissutali legati alla patogenesi del cancro, aterosclerosi, malattie neurodegenerative ipertensione, diabete mellito, malattie cardiovascolari, aterosclerosi, malattie del sistema riproduttivo e invecchiamento

 

Un’attività fisica regolare e moderata regola lo stress ossidativo, migliorando i meccanismi di difesa antiossidante cellulare, mentre l’esercizio acuto, non preceduto da un adeguato allenamento, può alterare l’omeostasi redox cellulare e portare a un livello più elevato di stress ossidativo.

 

Nel contesto sociale, l’attività fisica favorisce una migliore integrazione nella società, migliora la soddisfazione della vita e riduce la solitudine. La pratica regolare di attività fisica promuove bassi livelli di ansia e depressione nella popolazione anziana.

 

Ulteriori aree di salute rilevanti per gli anziani, per le quali vi è un’associazione con un’attività fisica regolare, includono una migliore qualità del sonno, un minor rischio di frattura dell’anca e una maggiore densità ossea , ridotta obesità addominale, minor rischio di tumori polmonari ed endometriali, mantenimento del peso dopo la perdita di peso e miglioramento della qualità della vita (QOL – Quality of life). L’ attività fisica regolare può anche aiutare a mitigare alcuni degli esiti negativi sulla salute che tipicamente accompagnano i periodi del corso della vita come la menopausa.

 

Oltre alla forte relazione tra inattività fisica e mortalità per tutte le cause, vi sono evidenti associazioni tra malattie croniche e cattive condizioni di salute a uno stile di vita sedentario: patologie cardiovascolari, ictus, diabete di tipo 2, alcune forme di cancro (es. seno), depressione, demenza, declino della funzione fisica e aumento di peso.

 

Il rimodellamento del sistema immunitario con l’età, immunosenescenza, è significativo e  contribuisce alle cattive condizioni di salute negli anziani, con un aumento del rischio di infezioni. Inoltre, diminuendo i livelli abituali di attività fisica con l’età, il muscolo scheletrico, principale organo di regolazione immunitaria, genera una gamma di proteine, chiamate miochine, che hanno effetti antinfiammatori e immunoprotettivi.

 

Diversi studi indicano che il mantenimento dell’attività fisica ha benefici immunitari negli anziani; per esempio, riduce l’infiammazione sistemica associata a malattie croniche legate all’età. Inoltre, l’invecchiamento aumenta i processi degenerativi del sistema nervoso e muscolare, che portano alla debolezza muscolare e instabilità dell’andatura. Esercizi aerobici, di resistenza e per l’allenamento dell’equilibrio, sono programmi di esercizio multicomponente efficaci e in grado di migliorare le funzionalità dei sistemi nervoso e muscolare.

 

Infine, secondo i risultati di uno studio del 2019,  dopo un programma di esercizi multicomponenti sono stati registrati miglioramenti dei parametri fisiologici del gruppo di anziani presi in esame. La loro pressione arteriosa era più stabile e all’interno del range normale per la popolazione adulta (127/85 mmHg), la riserva di frequenza cardiaca aveva un ampio range tra la frequenza cardiaca massima e la frequenza cardiaca a riposo (75,7 bpm), la plica cutanea non superava i 22 mm, che rientra nell’intervallo normale per la prima età adulta, e la capacità polmonare vitale ammontava a 3,9 L.

 

Secondo le raccomandazioni della WHO – OMS (Organizzazione Mondiale della Santità) le persone anziane devono praticare 150 minuti di esercizio fisico durante la settimana, al fine di migliorare la loro indipendenza e il loro benessere mentale. Pertanto, è importante che gli operatori sanitari attuino programmi riabilitativi che adottino un approccio interdisciplinare.

 

L’OMS ha pubblicato un resoconto sui paesi in tutto il mendo. Questi profili nazionali presentano i progressi nell’attuazione delle raccomandazioni politiche del “Piano d’azione globale sull’attività fisica” (GAPPA) 2018-2030 in ciascun paese. Presenta, inoltre, una stima del costo per i sistemi sanitari della mancata azione per migliorare i livelli di attività fisica e nel mancato rafforzamento dell’urgenza di posizionare l’attività fisica come una priorità condivisa da tutto il governo e di migliorare il coordinamento e le partnership per promuovere l’attività fisica. In Italia il 91% delle cause di decesso è per malattie non trasmissibili (NCDs) Noncommunicable diseases, con prevalenza di malattie cardiovascolari e cancro, che possono essere prevenute con la pratica dell’esercizio fisico. https://www.who.int/publications/i/item/9789240064119